martedì 19 maggio 2015

I rondoni pallidi al colle Guasco

Passeggiata lungo la strada che si snoda tortuosa sul colle Guasco, e che conduce alla cattedrale di S.Ciriaco, il patrono di Ancona. Il colle domina l'area portuale e alle sue pendici settentrionali si estende l'area occupata dal cantiere navale.
Un quadruplice obiettivo mi ha spinto verso questa destinazione (in questo periodo c'è veramente l'imbarazzo della scelta!):
- una piacevole e salutare camminata in una parte di Ancona che amo moltissimo, anche perché sono nato da queste parti, alle spalle del porto.
- dare un'occhiata ad una coppia di gabbiani reali che avevo lasciato tempo fa con la femmina in cova.
- accertarmi dell'avvenuto ripopolamento della colonia di rondoni pallidi in un caseggiato nell'area antistante il cantiere navale (obiettivo primario).
- infine contattare la coppia di falchi pellegrini che da anni ha eletto a suo sito riproduttivo proprio il cantiere navale. Più precisamente una delle sue gigantesche gru!

La Cattedrale di S.Ciriaco vista dal porto

La prima bella sorpresa me la trovo davanti al primo tornante di via Papa Giovanni XXIII. Da lì quasi si tocca il tetto del fabbricato sul quale nidifica la coppia di gabbiani: e ci sono tre vispi pulli, tutto piedi e becchi, in scala di età. Il grande, il mezzano e il piccolo!













Con i tre "mostriciattoli", a vigilare sulla loro incolumità, c'è sempre presente un adulto.


Mentre mi godo i giovani marmocchi con la coda dell'occhio percepisco i primi caroselli dei rondoni che dai nidi situati all'interno dei cassonetti delle serrande di un edificio difronte, piano piano si avvicinano alla rupe per procacciarsi il cibo per i loro nidiacei.


I rondoni pallidi aumentano di numero e i loro caroselli aumentano di intensità. Man mano che la temperatura sale, lentamente salgono anche loro, ma di quota; così che dopo un po' li ho tutti sulla testa. E guardarli è uno strazio per la cervicale!


Decido quindi di salire di quota anch'io; ancora due tornanti e mi affaccio al muretto di fianco alla "casa del boia". E li osservo attraverso il tele, cercando di fotografarli. 
E' una bella sfida tra la loro velocità e i loro improvvisi scarti, e la mia capacità di tenerli ben dentro  lo schermo di messa a fuoco della reflex! Ma alla fine della mattinata sarò molto soddisfatto delle immagini scattate.




Sono splendidi uccelli i rondoni pallidi e a quest'ora sono perfettamente illuminati dal sole. E la mia posizione, con il sole alle spalle, è quanto di meglio si possa desiderare per scattare delle foto.



Dei falchi pellegrini nessuna notizia invece, neanche un movimento. E' vero che sono stato per la maggior parte del tempo impegnato con i rondoni, ma se avessero attraversato lo spazio aereo del cantiere navale me ne sarei accorto! Sarà per i prossimi giorni...
Piacevole mattinata dunque e bellissima passeggiata in uno dei luoghi più suggestivi di Ancona, affacciato sul mare, con il vento in faccia.
I gabbianini crescono e i rondoni pallidi, decine e decine, tracciano il cielo davanti al Duomo.




mercoledì 13 maggio 2015

Pecchiaioli sulla Gradina

6 maggio. Un fortunato ripensamento mi ha fatto deviare, allungando di qualche chilometro la strada verso casa. Perciò passaggio alla Gradina per un'oretta scarsa da trascorrere aspettando l'ora del pranzo. E invece sono rimasto lì, solo soletto, per quattro ore a guardare il cielo e loro, i pecchiaioli, che avevano deciso di passare in massa proprio in quel giorno.
Alla fine della giornata ne conterò 708 (peccato non esserci stato sin dal primo mattino, ne avrei censiti sicuramente più di mille!). Ma tra sbinocolate, conteggi, trascrizione sul taccuino e foto, nelle prime tre ore non ho avuto un attimo di tregua.
Inquadravo i pecchiaioli in volteggio tra i 6 e gli 8 chilometri di distanza dalla mia postazione e quando i rapaci iniziavano a scivolare verso la Gradina li lasciavo, cercandone altri in altre direzioni.
Li riprendevo poi tra la Gradina e l'abitato di Camerano, dove si ricompattavano su un'altra termica, per poi sfilare definitivamente sopra la mia testa verso il Conero, in direzione N-NE.
Moltissimi sono passati bassi, molti bassissimi (peculiarità propria dei pecchiaioli in migrazione, almeno qui da noi) lasciandosi così fotografare benissimo, con bei primi piani, occhi negli occhi!
Ma che gran divertimento, che grande gioia vederli così bene, e così tanti!












Magnifico il falco pecchiaiolo, un rapace atipico, coloratissimo: dal bianco quasi puro al bruno quasi nero. Sembra quasi che non ce ne sia uno uguale ad un altro! Testa piccola e spinta in avanti, ma ali e coda larghe e lunghe, per domare il vento.
Ma come per la poiana, per lo sparviere e il falco di palude non c'è verso di sottrarsi al mobbing delle cornacchie: ma non se la prende più di tanto. Anzi, non si scompone proprio: allunga il passo e si allontana!